L'avvocato Teobaldo Mezzacapa (RAP)


L'avvocato Mezzacapa soffre di molti disturbi d'ansia, che spesso gli provocano dei veri e propri attacchi di panico. Soffre di vertigini, per cui ha paura di prendere l'aereo o di salire su una scala. Poi ha paura di navigare in mare aperto, dei treni ad alta velocità, di guidare l'auto e di mangiare la polenta. Ma soprattutto Mezzacapa soffre di una particolare fobia: ha una paura "folle" di invecchiare, è convinto che la vecchiaia sia una grave malattia. Una malattia che colpisce una persona su una.

L'avvocato Teobaldo Mezzacapa è stato invitato dall'amico, Timoteo Capasecca, a trascorrere il fine settimana al mare, in una villa in Liguria, alle Cinque Terre.
Mezzacapa è una persona molto pigra e svogliata, non si muoverebbe mai di casa e così declina l'invito: "Mi dispiace, caro Timoteo, ma sono troppo stanco. Non ce la farei mai a venire fino alle Cinque Terre. Se fossero state solo due terre o al massimo tre.......".

L'avvocato Teobaldo Mezzacapa racconta al fratello Arcibaldo del più grande amore della sua vita: la pittura.
Mezzacapa: "La pittura è sempre stata una vera passione per me, molto più di un semplice hobby artistico. Fino a poco tempo fa dipingevo spesso a olio e aceto, ho partecipato a molte mostre e ho vinto parecchi concorsi di pittura. Poi un giorno improvvisamente, purtroppo, ho dovuto smettere. Ho sofferto tantissimo....".
Arcibaldo: "Come mai hai smesso di dipingere così all'improvviso? Hai avuto un blocco creativo? Il tuo estro e la tua vena artistica si erano esauriti? Forse avevi solo bisogno di una pausa di riflessione?".
Mezzacapa: "No, no, avevo finito i colori....". 


L'avvocato Teobaldo Mezzacapa racconta all'amico Timoteo Capasecca di quando era un affermato scrittore.
Mezzacapa: "Una volta ero un romanziere di successo. Mi è sempre piaciuto scrivere, fin da bambino, quando mia madre mi dettava la lista della spesa per il supermercato. Poi la scrittura è diventata una vera passione per me. Con l'aiuto della mia fedele penna stilografica ho scritto articoli, romanzi, saggi, poesie.... Ho anche pubblicato un libro: un romanzo che si intitola 'Il volo dell'ultima quaglia'. Era un piacere per me scrivere.... Poi purtroppo, improvvisamente, un giorno ho dovuto smettere....".
Capasecca: "Mi spiace tanto, caro Teobaldo. Come mai hai dovuto smettere di scrivere così improvvisamente? Hai avuto il classico 'blocco dello scrittore'? La sindrome della pagina bianca? La tua ispirazione, il tuo talento e la creatività erano svanite?".
Mezzacapa: "No, avevo perso la penna stilografica, non la trovavo più ....".

L'avvocato Teobaldo Mezzacapa e la moglie Addolorata Capatosta scambiano quattro chiacchere, comodamente seduti sul divano di casa.
Addolorata: "Caro Teobaldo, hai sentito della signora Betsabea Cocozza, l'inquilina dell'ultimo piano? Ha smesso di fumare! Sono contenta per lei perché è una mia cara amica, ce l'ha fatta finalmente! Ora però è molto nervosa: non fuma più ma mangia caramelle in continuazione, una dopo l'altra....".
Mezzacapa: "Cara Addolorata, anch'io mangio sempre dolci e caramelle, perché conduco una vita molto amara.... Il medico mi ha detto che per smettere di mangiare caramelle dovrei iniziare a fumare....".

L'avvocato Teobaldo Mezzacapa ha uno spiccato senso dell'umorismo. Tutti i giorni diverte gli amici con molte battute spiritose. L'amico Timoteo Capasecca, per questo motivo, lo rimprovera bonariamente.
 ― Capasecca: "Caro Teobaldo, tu dici quotidianamente un sacco di idiozie che spacci per 'battute scherzose', non riesci proprio a frenarti?".
― Mezzacapa: "Non è vero! Ieri, ad esempio, ho detto pochissime 'idiozie', come le chiami tu....".
― Capasecca: "Strano.... Come mai ieri hai detto meno cretinate rispetto al tuo solito? Hai avuto mal di denti o mal di gola? Tua moglie Addolorata ti ha messo un bavaglio?".
― Mezzacapa: "No, ieri mattina mi sono alzato molto tardi....".

Timoteo Capasecca, amico fraterno dell'avvocato Teobaldo Mezzacapa, va a trovare l'amico per salutarlo prima delle vacanze.
― Capasecca: "Caro Mezzacapa, è un po’ che non ci si vede! Come stai? Ti trovo un po’ ‘appesantito’…. Sei ingrassato?".
― Mezzacapa: "Si, in effetti sono in sovrappeso….. Fino a qualche tempo fa stavo benissimo perché salivo e scendevo le scale a piedi tutti i giorni: mi mantenevo in perfetta forma! Nel mio palazzo abito al nono piano, per cui facevo ginnastica quotidianamente. Ora improvvisamente, purtroppo, sono stato costretto a smettere e queste sono le conseguenze: sono ingrassato!".
― Capasecca: "Mi spiace. Come mai non puoi più fare le scale a piedi? Sei caduto? Hai subìto una distorsione a una caviglia? Hai problemi ad un ginocchio?".
― Mezzacapa: "No, no…. nel mio palazzo i tecnici, dopo tanto tempo, sono riusciti a riparare l’ascensore….".

Addolorata Capatosta, moglie dell'avvocato Teobaldo Mezzacapa, è molto annoiata. Così telefona al marito in ufficio, presso lo studio legale dove lavora, per scambiare ‘quattro chiacchere’.
 ― Mezzacapa: “Scusami Addolorata ma ora non posso proprio parlare al telefono, sono molto occupato. Sto preparando l’arringa difensiva per il processo di domani. E’ molto urgente e importante”.
 ― Addolorata: “Stai preparando l’arringa? Ah…. buongustaio! Allora ti lascio cucinare in pace, ti chiamo più tardi….”.

Addolorata Capatosta, moglie dell'avvocato Mezzacapa, si lamenta con il marito perché si sente trascurata e poco amata.

Addolorata: "Dopo tanti anni di matrimonio non hai più nessuna attenzione per me. Non ho mai capito perché mi hai sposata. Tu hai sempre frequentato delle ragazze molto belle e avvenenti.... Io non sono mai stata una vera e propria 'bellezza'....".
Mezzacapa: "Lo so, lo so.... Ma in passato ho avuto anche ragazze un po' 'bruttarelle', come te. Me le tenevo fino a quando trovavo di meglio. Sai, come dice un vecchio proverbio contadino, «in mancanza del cavallo è buono anche l'asino»".
Addolorata: "Ma stai zitto! Non fai ridere nessuno con queste battute idiote.... Piuttosto, perché non hai più nessuna attenzione nei miei riguardi? Credi che non me ne sia accorta? La sera, quando torni a casa dal lavoro, non mi degni di uno sguardo e ti apparti sempre sul divano a guardare una partita di calcio in televisione....".
Mezzacapa: "Torno a casa stanco e stravolto dal lavoro e solo guardando una partita di calcio riesco a rilassarmi un po'.... E poi non è vero che ti trascuro. Ieri sera, se non ricordo male, ti sono venuto vicino e ti ho abbracciata a lungo....".
Addolorata: "Si, si, ma è stato durante l'intervallo della partita....".

L'avvocato Teobaldo Mezzacapa racconta al fratello Arcibaldo di un incidente accadutogli in mattinata nell’aula del tribunale.
― Mezzacapa: "Stamani in tribunale durante il processo, nel bel mezzo della mia avvincente arringa conclusiva, purtroppo sono scivolato…. ".
― Arcibaldo: "Sei scivolato? Quindi sei caduto…. Mi spiace, ti sei fatto molto male?".
― Mezzacapa: "No, no…. Durante il mio brillante discorso finale, purtroppo, sono scivolato e sono caduto nella banalità….".

Timoteo Capasecca, amico fraterno dell'avvocato Teobaldo Mezzacapa, è un accanito fumatore, gli piace fumare e non ha nessuna intenzione di smettere. Mezzacapa prova a convincerlo, per l'ennesima volta.
 ― Mezzacapa: "Caro Timoteo, devi smettere di fumare, una volta per tutte. Il fumo nuoce gravemente alla salute e uccide, questo è risaputo, lo sanno anche i bambini. Ma devi smettere anche per un altro motivo, molto importante. Ascoltami bene: facciamo una considerazione insieme, facciamo una riflessione tutti insieme, anche con voi che mi leggete da casa. Dunque: bisogna smettere di fumare perché le sigarette costano un sacco di soldi. Sono soldi buttati via, che si volatilizzano. Sono soldi che se ne vanno in fumo....".

L'avvocato Teobaldo Mezzacapa racconta all’amico Timoteo Capasecca di un nuovo grave incidente accadutogli nell’aula del tribunale.
― Mezzacapa: "Oggi, in tribunale, durante il processo, nel bel mezzo della mia geniale arringa conclusiva, purtroppo ho dovuto fermarmi perché sono stato assalito…. ".
― Capasecca: "Sei stato assalito? Ti hanno aggredito? Ti sei molto fatto male?".
― Mezzacapa: "No, no…. Durante il mio brillante discorso finale, purtroppo, ho dovuto fermarmi perché improvvisamente sono stato assalito da un dubbio….".

Cari amici, l'avvocato Teobaldo Mezzacapa vuole condividere con voi un antico proverbio cinese. Si tratta di un famoso detto orientale che svela finalmente i misteri dell’esistenza, rivelando il reale significato della vita. Dopo averlo letto sarete anche voi più ‘ricchi’ e più saggi. Questo antico proverbio cinese recita così:
"模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音模糊拼音".
Mezzacapa si emoziona e si commuove sempre quando legge questo proverbio cinese, soprattutto al terzo rigo quando dice "模糊拼音模".

L’avvocato Teobaldo Mezzacapa racconta al fratello Arcibaldo di quando assunse Catena Capasanta come assistente per il suo studio legale.
― Mezzacapa: "Facemmo molti colloqui prima di assumere la segretaria per il nostro Studio Legale Associato Caparotta & Caparotta. Alla fine delle selezioni la scelta si ridusse fra tre giovani assistenti. Tutte le candidate avevano un’ottima conoscenza di economia, bilancio e contabilità, lingue straniere, pubbliche relazioni, maglia e cucito e anche qualche nozione di giurisprudenza".
― Arcibaldo: "Come mai hai scelto proprio Catena Capasanta fra le tre assistenti?".
― Mezzacapa: "Seguii un suggerimento del mio amico Timoteo Capasecca, affidandomi a un test comportamentale: ricevevo le aspiranti segretarie in ufficio e facevo trovare loro per terra un biglietto da 500 euro; poi con una scusa mi allontanavo dallo studio e osservavo di nascosto quello che succedeva. Ricordo che la prima assistente raccolse la banconota e la mise velocemente nella sua borsetta. La seconda la prese da terra e me la consegnò con un sorriso. La terza fece come se niente fosse, ignorando la banconota".
― Arcibaldo: "E poi? Come mai hai fatto a scegliere?".
― Mezzacapa: "La mia fu una scelta molto ponderata, difficile e sofferta. Pensai a lungo all’onestà, alla lealtà, all’etica e all’integrità morale di queste tre ragazze…. Riflettei per quattro giorni e quattro notti e infine, stanco e stremato, maturai la mia scelta….”.
― Arcibaldo: "Mi auguro che tu abbia scelto la candidata che ha raccolto da terra la banconota da 500 euro e te l’ha consegnata con un sorriso….".
― Mezzacapa: " No, no…. alla fine fra le tre ragazze scelsi quella con il lato B più pieno e formoso….".

Mezzacapa e la moglie Addolorata escono dal cinema ancora in lacrime, dopo aver visto un film d'amore molto commovente.
― Addolorata: "Bellissimo questo film, ma è stato proprio "strappalacrime", ho pianto tanto, soprattutto nel finale.... non sono riuscita a trattenermi".
― Mezzacapa: "Anch'io mi sono commosso molto, cara, fin dall'inizio, quando all'ingresso ho pagato i biglietti alla cassiera....".

Addolorata Capatosta critica bonariamente il marito, Teobaldo Mezzacapa, per il colore dei suoi capelli.
― Addolorata: "Caro Teobaldo, hai i capelli troppo scuri….. non dovresti tingerli sempre di nero! Ormai sei un uomo di mezza età, dovresti avere i capelli brizzolati, come tutti i tuoi coetanei. Devi saper accettare la vecchiaia e i suoi capelli bianchi. E poi, come dice un vecchio detto, ‘uomo brizzolato, molto apprezzato’…. La chioma argentea acquista sempre più consensi e aumenta il proprio fascino, pensa a Richard Gere o George Clooney….".
― Mezzacapa: "Ti sbagli, cara Addolorata, non è così, io non mi tingo i capelli di nero. Semmai è il contrario: i miei capelli sono “naturalmente” molto scuri. Per sembrare un “uomo di mezza età” e avere quindi i capelli grigi, sono costretto a tingermeli di bianco….".

L'avvocato Teobaldo Mezzacapa e l'amico fraterno Timoteo Capasecca ricordano con nostalgia gli anni 'ruggenti' della loro giovinezza.
― Capasecca: "Prima di conoscere tua moglie Addolorata, hai avuto delle relazioni con altre ragazze?".
― Mezzacapa: "Ma certo! Conoscevo tantissime fanciulle! Non lo dico per vantarmi, ma da giovane ero un vero e proprio Casanova, un inguaribile Don Giovanni, un 'tombeur de femmes'.... Le ragazze non resistevano al mio fascino di rubacuori! Nella mia preziosa agendina telefonica avevo i numeri di tutte le mie 'conquiste', ogni sera potevo contattarne una diversa. Ero un latin lover, un seduttore irresistibile! Frequentavo signorine bellissime: attrici, modelle, indossatrici, ragazze dello spettacolo.... Ma poi un giorno improvvisamente, purtroppo, ho dovuto smettere per sempre di frequentare le mie care damigelle....".
― Capasecca: "Mi spiace tanto, caro Teobaldo.... Ma cosa è successo? Come hai potuto rinunciare all'improvviso a tutte quelle belle ragazze? Forse perché poi hai conosciuto Addolorata e ti sei sposato?".
― Mezzacapa: "No, no.... Purtroppo persi la mia agendina telefonica.... non la ritrovai più!".